"Cocci"

Farine, cereali e "cocci"

"Cocci" immagine di pubblico dominio CC0

DESCRIZIONE

Moltre piccole aziende agrarie svolgono una funzione sociale e di tutela ambientale estremamente significativa, producendo, trasformando e distribuendo prodotti pienamente affidabili sul piano della qualità e genuinità, non trattati chimicamente in alcuna delle numerose fasi che intercorrono fra produzione e consumo.
Tra le coltivazioni di cereali prevalgono il grano duro, il farro, il miglio, i cereali foraggeri, l’orzo e vari legumi di rotazione come ceci e fave. I tanti anni di esperienza nel settore garantiscono innovazione e sicurezza, senza tuttavia alterare il gusto genuino e originale delle paste alimentari e delle farine prodotte secondo tradizione. La cicerchia è un legume antico molto semplice e rustico, simile per forma al cece. Rappresenta da sempre un’importante piatto nella tradizione contadina. Chiamata cicercula dai Romani e considerata un legume povero, la Cicerchia è stata, in origine e per lungo tempo, l’alimento che ha permesso ai contadini di sfamarsi quando non avevano a disposizione cibi più ricchi ed elaborati. Legumi come i fagioli, ceci, lenticchie e cicerchia, appartengono alla "cucina povera" e sono parte della tradizione contadina marchigiana; favoriscono inoltre la natura, perché con la tecnica della rotazione agraria, la coltivazione delle leguminose segue quella dei cereali, migliorando il terreno impoverito dal frumento o dall’orzo. Altro legume, prodotto in particolare a Fratte Rosa, che sorge tra le valli del Metauro e del Cesano su terreni fortemente argillosi denominati “lubachi”, è la fava. L’eccessiva presenza di argilla ha favorito la costruzione di “case di terra” prima, delle pignatte e cocci poi, nonché la coltivazione di poche specie vegetali come leguminose che ben si adattavano all’ambiente. Nel tempo l’interazione tra le piante coltivate ed il terreno così argilloso ha portato alla selezione di un ecotipo di fava molto particolare, sicuramente derivante da incroci spontanei fra favino e fava.
Il Comune di Fratte Rosa è noto anche per la produzione dei "cocci", secolare attività artigianale. La denominazione "cocci", di chiara origine popolare, è riferita ad oggetti in terrecotta d'uso casalingo che tuttora si producono in questo piccolo paese. E' questa una attività profondamente radicata nella storia del paese: fino al 1920 erano presenti 12 fornaci.
Con l'avvento dell'alluminio e della plastica tali attività hanno corso il rischio di estinzione e le botteghe artigianali residue si sono di conseguenza sempre più rarefatte nel tempo con il rischio della perdita di un patrimonio rilevante della cultura di tradizione. Negli ultimi tempi però, si sono avuti segni di risveglio con la riapertura di alcuni laboratori, attualmente ce ne sono 3 in attività, che hanno recuperato la metodologia della tradizione artigianale locale.
Secondo l'antica usanza l'argilla viene tuttora estratta nelle campagne adiacenti l'antico Convento di Santa Vittoria. La creta così ottenuta viene poi impastata e lavorata per essere morbida e compatta alla fase di tornitura. Una volta essiccati, i cocci vengono posti nelle fornaci riscaldate con legna particolare, accostati in un bell'ordine in modo che il forno ne possa contenere il più possibile.Gli oggetti "biscottati" sono poi smaltati con vernici che gli artigiani di Fratte Rosa preparano ancora direttamente nelle loro botteghe usando componenti naturali quali la silice. La quantità di silice e il luogo dove reperire la migliore, per ricavarne una giusta dose di smalto, costituisce ancora oggi un segreto tramandato di padre in figlio. L'operazione di smaltatura particolare di Fratte Rosa presenta più fasi: la smaltatura della parte interna viene eseguita riempiendo l'oggetto di smalto per poi subito svuotarlo, mentre quella esterna viene effettuata immergendo la terracotta nello smalto.
Il risultato più interessante e originale è quell'intenso e vivo color melanzana nero bluastro che lievemente trascolora in un bruno scurissimo di straordinaria lucentezza, che caratterizza la produzione frattese e la distingue dalle altre.

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