Marche, radici nel futuro
L’unicita' marchigiana del modello contadino:
tradizione, coesione sociale e lavoro

MOTIVAZIONI

Un territorio che solamente valorizzando le sue radici può sviluppare un’ulteriore grande opportunità per il futuro: diventare polo di attrazione nazionale ed internazionale per le ricchezze che ha saputo mantenere, produrre, e che deve oggi rilanciare.


OBIETTIVO

Ripercorrere la storia delle origini contadine e mettere in rete la conoscenza dei fondamentali topos di riferimento che – fra manualità e intuizione, imprenditorialità e talento - faccia apprezzare la marchigianità come brand a valore aggiunto. Obiettivo fondamentale e prioritario: rilanciare il modello produttivo così strettamente legato al territorio come peculiare modello di efficienza, in grado – se riscoperto e valorizzato – di reggere al confronto del tempo al di là dei cicli e delle crisi industriali.


PARTNERSHIP

I soggetti in partnership sono tre: Pixel di Cascino Domenica (agenzia giornalistica e casa editrice) capoprogetto; Comune di Filottrano, ente amministrativo locale; CIA (Confederazione italiana Agricoltori) associazione di categoria. La formula di progetto proposta dunque è quella che coinvolge “almeno due dei soggetti beneficiari”.


INTRODUZIONE

Nell’Italia unita – dopo gli spartiacque delle battaglie di Castelfidardo e più recentemente Filottrano - la civiltà marchigiana si evolve dalla già consapevole realtà mezzadrile, che accanto alla proprietà condivide la gestione del fondo e la valorizza investendoci del proprio. Lentamente il modello rurale si trasforma in modello imprenditoriale. Così la variegata connotazione orografica – armoniosamente suddivisa fra costa, collina e montagna – delle Marche e la pluralità dei campanili giovano a uno sviluppo della campagna attorno ai borghi che restano tali mai modificandosi in realtà metropolitane. Inoltre, favorendo la coesione sociale sull’indole diffusa del contado, le ideologie repubblicane provenienti da oltralpe al seguito dell’invasione napoleonica, attecchiscono a livello popolare con le loro propensioni moderate e liberali rispetto alle istanze socialiste, più presenti nelle Romagne. Più tardi l’organizzazione del movimento cattolico rappresenta la finalizzazione della pesante eredità dello Stato Pontificio che supererà le arretratezze grazie alla mentalità e ai traffici mercantili lungo l’Adriatico, rimanendo invece tradizionalmente salda e gelosamente conservatrice della marchigianità nell’entroterra. Qui i valori della ruralità si intrecciano con il talento dell’”intraprenditore” quel geniale e laborioso “metalmezzadro” che sviluppa nella cantina di casa la sua officina e realizza il sogno della manualità: diventare fabbrica di idee. Qui ha origine la teoria economica del “Piccolo è belllo” che, analizzata dal prof. Fuà, è la base dello sviluppo della nostra pmi. Oggi la riscoperta di tale originale valore è senza dubbio ricchezza da “visitare”, conoscere, rivivere. Diremmo anche “toccare con mano”. Bisogna mettere in rete tutti i musei-testimonial della civiltà contadina. La stessa civiltà che fa scuola per valori, opportunità, idee tramutate in opera, così contribuirà a rilanciare il valore del territorio, che non ha certo la sola vocazione industriale.


 

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